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L'esperienza del coro giovanile diocesano: Psallite incontra Francesco Meneghello
Il fondatore e direttore musicale del coro mantovano si racconta
Da "Psallite!" del 15/01/2009
Finito il tour de force del tempo natalizio, Francesco Meneghello, direttore e fondatore del Coro Giovanile della Diocesi di Mantova si concede a Psallite!per raccontare la sua esperienza di dieci anni di lavoro a servizio dell'animazione musicale della liturgia con un coro diocesano.
I ricordi, l'oggi e il domani di una realtà liturgico-musicale sempre più ricca di prospettive.Incontriamo Francesco, coperlim-ino doc, nella sua casa di Mantova mentre bada a Ester, la figlia vivacissima, sotto l'occhio attento della moglie Enrica, anch'essa musicista di grande esperienza, cercando di correggere i compiti dei suoi alunni della scuola primaria.
Domanda: Francesco, raccontaci come è nato il Coro Giovanile della Diocesi di Mantova e da quanto tempo opera?
Risposta: Il Coro è nato nel 1998 con lo scopo di animare la grande Veglia di Pentecoste, appuntamento che conclude il cammino annuale di tutti i gruppi giovanili e che si tiene da oltre venti anni.
L'idea di preparare un coro "ad hoc" è venuta in seguito a due esperienze significative. La prima è costituita dal corso estivo di Universa Laus del 1997 al quale parteciparono diversi animatori della mia parrocchia che mi avevano espresso il desiderio di mettersi a servizio degli altri giovani secondo lo stile del coinvolgimento assembleare. La seconda esperienza, che in un certo senso mi ha dato il modello di coro, è la Veglia di Pentecoste di Parma, alla quale ho preso parte per diversi anni prima di «mettermi in proprio» nella mia Diocesi. L'aggancio con questa celebrazione è avvenuto per conoscenza di don Guido Pasini - che progetta la Veglia - e di padre Giovanni Maria Rossi - compositore - che ho avuto come insegnante in conservatorio.
Domanda: Il coro da chi è composto e quanto è impegnato durante l'anno?
Risposta: È composto da circa 35 coristi fra giovani e giovani adulti, quasi tutti impegnati nelle rispettive parrocchie come animatori musicali della liturgia (organisti, chitarristi, strumentisti, coristi, solisti...). L'attività parte a settembre per concludersi ai primi di giugno. Oltre alla veglia di Pentecoste, animiamo altre celebrazioni a carattere diocesano come ordinazioni diaconali e sacerdotali, vespri, la processione serale del Venerdì Santo con l'esposizione dei Sacri Vasi - contenenti il Preziosissimo Sangue di Gesù - e la celebrazione mensile «Ascolto della Parola» presieduta dal Vescovo.
Compatibilmente con questi impegni, c'è anche una piccola attività concertistica, soprattutto attorno a Natale e Pasqua e per la feste patronali delle parrocchie.
Domanda: Per questo specifico coro, quanto è importante la preparazione di un concerto, attività espressamente extra liturgica?
Risposta: I concerti sono importanti perché approntiamo un programma che contempla un repertorio «classico» composto per le liturgie di ieri e canti per le celebrazioni di oggi, a dimostrazione che la musica bella non è solo quella del passato, ma che lo Spirito continua a suscitare nuove composizioni che «reggono» non solamente per un uso liturgico, ma anche per un ascolto concertistico. È quindi un'opera di diffusione di un repertorio di qualità per testi, musica e cantabilità . Ogni concerto si conclude sempre con un canto nel quale possa unirsi anche il pubblico (almeno nel ritornello) per rendere evidente che l'integrazione coro-assemblea è un mondo possibile. Navigando su internet, mi rendo conto che questa impostazione è un po' particolare, dato che i vari cori che si dicono «giovanili» si limitano spesso alla musica gospel e spiritual.
Domanda: In diocesi il tuo Vescovo è solito tenere periodicamente in Cattedrale una "lectio divina" o, come già hai citato te, "Ascolto della Parola": come prepari l'animazione musicale e da quali materiali repertoriali attingi?
Risposta: L'animazione è preparata su uno schema abbastanza consolidato, con possibili adattamenti per i tempi liturgici o tematiche particolari: per esempio "venuta del Regno" in novembre e dicembre, "pace ed ecumenismo" in gennaio, e altre.
L'anno scorso abbiamo mantenuto come canto di inizio per tutti gli incontri «Luce di Verità » perché lo si voleva diffondere bene, in vista della Veglia di Pentecoste che, di fatto, è l'ultimo "Ascolto della Parola" in versione più ampia.
Si attinge da diversi repertori: Taizé, Agorà , Repertorio Nazionale Cei, "Musica e Assemblea", adattamenti in italiano di canti delle edizioni OCP con autori come Inwood, Walker, Haas. Utilizziamo spesso anche canti composi dall'amico don Pierangelo Ruaro della diocesi di Vicenza.
Domanda: Che tipo di formazione offre la diocesi ai cantori che entrano a far parte del coro giovanile diocesano?
Risposta: Nei momenti in cui siamo meno pressati dagli impegni, dedichiamo alcuni incontri all'approfondimento della vocalità . Per quanto riguarda la preparazione liturgica generale si invitano i coristi agli incontri diocesani; durante le prove inoltre si fanno approfondimenti più specifici di volta in volta, quando si propone un canto nuovo (analisi di testo e musica) o quando ci si prepara per le singole celebrazioni che vengono spiegate nei loro momenti e nei loro segni.
Domanda: Facciamo un esempio pratico. Un candidato cantore si presenta ad una prova del coro giovanile diocesano: a cosa va incontro?
Risposta: Solitamente chiedo un incontro a «tu per tu» sia per sondare le qualità musicali, ma soprattutto per spiegare finalità , scopi e tipo di impegno al fine di non creare illusioni o fraintendimenti. Attorno a noi operano altre realtà corali, diversificate per genere e obiettivi, per cui ce n'è per tutti i gusti: chi ha voglia di fare soprattutto concerti, sa che può rivolgersi altrove.
Le prove si tengono a cadenza settimanale nel tardo pomeriggio del sabato, per facilitare la partecipazione agli universitari e a quanti sono impegnati come animatori di gruppi. Il coro non è mai impegnato di domenica mattina (o nelle altre feste importanti) per non sottrarre forze alle singole parrocchie.
Quando il coro è iniziato nel 1998, si è provveduto ad un'attività collettiva di formazione musicale e vocale di base con l'insegnamento degli elementi di grammatica musicale, notazione, respirazione, fonazione... I coristi entrati successivamente hanno avuto questo tipo di preparazione in modo singolo.
Nel coro sono presenti alcuni studenti o diplomati in conservatorio - tra i quali alcuni hanno mosso i primi passi proprio nel coro - che danno man forte, anche nell'insegnare le parti alle singole sezioni.
Un ulteriore aiuto viene dal sito internet (www.corogiovanilediocesanomn.it), dal quale i coristi effettivi possono scaricare gli spartiti e i files didattici delle singole voci per venire preparati alle prove: in questo modo si accelerano i tempi di apprendimento e ci si può concentrare maggiormente sulla concertazione.
Domanda: Ti conosciamo non solo come bravo direttore di coro, ma anche come valente compositore ed elaboratore di musiche altrui: quali sono i tuoi riferimenti musicali per questa attività e, inoltre, riesci sempre a far accogliere benevolmente ciò che scrivi ai cantori?
Risposta: La mia attività di compositore si esplica soprattutto nelle elaborazioni dell'esistente, più che nella creazione di nuovi canti, anche per il poco tempo: scrivo quando serve, come nel caso dei salmi per il nuovo lezionario. Credo nell'integrazione coro-assemblea e ritengo che in questa operazione il primo a fare il passo debba essere il coro, il quale «evangelicamente» deve indossare il grembiule per mettersi al servizio di tutti. Concretamente: scendere al livello dell'assemblea partendo con canti ben conosciuti. Le elaborazioni - a più voci, con strumenti - hanno quindi lo scopo di eseguire un repertorio già consolidato arricchito con nuove sonorità o soluzioni armoniche che danno rinnovato interesse, vigore, luce e smalto.
Per la scrittura, faccio riferimento ai miei studi di contrappunto e di composizione vocale, adattandomi allo stile del repertorio, da quello più osservato a quello più libero - nel caso di canzoni di repertorio giovanile - e meno vincolato alle regole dell'armonia convenzionale che si studia in conservatorio come concatenazioni accordali, condotta delle parti ...
I coristi ormai conoscono il mio stile, giustifico loro le mie scelte compositive. Può capitare di proporre passaggi un po' strani, che non danno molta soddisfazione soprattutto nelle parti interne - tenori e contralti - in fase di apprendimento con la sola sezione interessata. In questi casi... «chiedo la fiducia», nell'attesa di far sentire il pezzo interamente montato.
Domanda: Nelle celebrazioni che animi col coro giovanile fai ricorso oltre all'organo anche ad altri strumenti musicali: come li scegli e come li usi.
Risposta: Da sempre ho una predilezione per gli strumenti a fiato - flauto, oboe, tromba, clarinetto, sax soprano... - e questo interesse mi ha portato anche al diploma in strumentazione per banda. Trovo che i fiati si impastino bene con l'organo, siano molto duttili e, con poco, riescano a caratterizzare timbricamente un brano, rendendolo interessante e vario.
Una tastiera-sintetizzatore inoltre ci permette di aggiungere qualche «effetto speciale», soprattutto nel repertorio giovanile. Non manca qualche strumento a percussione, sempre in relazione allo stile dei canti.
Domanda: Ultima domanda delle "cento pistole": se tu potessi ritornare indietro, accetteresti di nuovo la sfida di diventare il responsabile musicale del coro giovanile diocesano?
Risposta: Certo! Anche se c'è voluto parecchio tempo perché tanto lavoro fosse conosciuto, riconosciuto e apprezzata ... quando le cose non sono fatte dai preti...
Risposta: Il Coro è nato nel 1998 con lo scopo di animare la grande Veglia di Pentecoste, appuntamento che conclude il cammino annuale di tutti i gruppi giovanili e che si tiene da oltre venti anni.
L'idea di preparare un coro "ad hoc" è venuta in seguito a due esperienze significative. La prima è costituita dal corso estivo di Universa Laus del 1997 al quale parteciparono diversi animatori della mia parrocchia che mi avevano espresso il desiderio di mettersi a servizio degli altri giovani secondo lo stile del coinvolgimento assembleare. La seconda esperienza, che in un certo senso mi ha dato il modello di coro, è la Veglia di Pentecoste di Parma, alla quale ho preso parte per diversi anni prima di «mettermi in proprio» nella mia Diocesi. L'aggancio con questa celebrazione è avvenuto per conoscenza di don Guido Pasini - che progetta la Veglia - e di padre Giovanni Maria Rossi - compositore - che ho avuto come insegnante in conservatorio.
Domanda: Il coro da chi è composto e quanto è impegnato durante l'anno?
Risposta: È composto da circa 35 coristi fra giovani e giovani adulti, quasi tutti impegnati nelle rispettive parrocchie come animatori musicali della liturgia (organisti, chitarristi, strumentisti, coristi, solisti...). L'attività parte a settembre per concludersi ai primi di giugno. Oltre alla veglia di Pentecoste, animiamo altre celebrazioni a carattere diocesano come ordinazioni diaconali e sacerdotali, vespri, la processione serale del Venerdì Santo con l'esposizione dei Sacri Vasi - contenenti il Preziosissimo Sangue di Gesù - e la celebrazione mensile «Ascolto della Parola» presieduta dal Vescovo.
Compatibilmente con questi impegni, c'è anche una piccola attività concertistica, soprattutto attorno a Natale e Pasqua e per la feste patronali delle parrocchie.
Domanda: Per questo specifico coro, quanto è importante la preparazione di un concerto, attività espressamente extra liturgica?
Risposta: I concerti sono importanti perché approntiamo un programma che contempla un repertorio «classico» composto per le liturgie di ieri e canti per le celebrazioni di oggi, a dimostrazione che la musica bella non è solo quella del passato, ma che lo Spirito continua a suscitare nuove composizioni che «reggono» non solamente per un uso liturgico, ma anche per un ascolto concertistico. È quindi un'opera di diffusione di un repertorio di qualità per testi, musica e cantabilità . Ogni concerto si conclude sempre con un canto nel quale possa unirsi anche il pubblico (almeno nel ritornello) per rendere evidente che l'integrazione coro-assemblea è un mondo possibile. Navigando su internet, mi rendo conto che questa impostazione è un po' particolare, dato che i vari cori che si dicono «giovanili» si limitano spesso alla musica gospel e spiritual.
Domanda: In diocesi il tuo Vescovo è solito tenere periodicamente in Cattedrale una "lectio divina" o, come già hai citato te, "Ascolto della Parola": come prepari l'animazione musicale e da quali materiali repertoriali attingi?
Risposta: L'animazione è preparata su uno schema abbastanza consolidato, con possibili adattamenti per i tempi liturgici o tematiche particolari: per esempio "venuta del Regno" in novembre e dicembre, "pace ed ecumenismo" in gennaio, e altre.
L'anno scorso abbiamo mantenuto come canto di inizio per tutti gli incontri «Luce di Verità » perché lo si voleva diffondere bene, in vista della Veglia di Pentecoste che, di fatto, è l'ultimo "Ascolto della Parola" in versione più ampia.
Si attinge da diversi repertori: Taizé, Agorà , Repertorio Nazionale Cei, "Musica e Assemblea", adattamenti in italiano di canti delle edizioni OCP con autori come Inwood, Walker, Haas. Utilizziamo spesso anche canti composi dall'amico don Pierangelo Ruaro della diocesi di Vicenza.
Domanda: Che tipo di formazione offre la diocesi ai cantori che entrano a far parte del coro giovanile diocesano?
Risposta: Nei momenti in cui siamo meno pressati dagli impegni, dedichiamo alcuni incontri all'approfondimento della vocalità . Per quanto riguarda la preparazione liturgica generale si invitano i coristi agli incontri diocesani; durante le prove inoltre si fanno approfondimenti più specifici di volta in volta, quando si propone un canto nuovo (analisi di testo e musica) o quando ci si prepara per le singole celebrazioni che vengono spiegate nei loro momenti e nei loro segni.
Domanda: Facciamo un esempio pratico. Un candidato cantore si presenta ad una prova del coro giovanile diocesano: a cosa va incontro?
Risposta: Solitamente chiedo un incontro a «tu per tu» sia per sondare le qualità musicali, ma soprattutto per spiegare finalità , scopi e tipo di impegno al fine di non creare illusioni o fraintendimenti. Attorno a noi operano altre realtà corali, diversificate per genere e obiettivi, per cui ce n'è per tutti i gusti: chi ha voglia di fare soprattutto concerti, sa che può rivolgersi altrove.
Le prove si tengono a cadenza settimanale nel tardo pomeriggio del sabato, per facilitare la partecipazione agli universitari e a quanti sono impegnati come animatori di gruppi. Il coro non è mai impegnato di domenica mattina (o nelle altre feste importanti) per non sottrarre forze alle singole parrocchie.
Quando il coro è iniziato nel 1998, si è provveduto ad un'attività collettiva di formazione musicale e vocale di base con l'insegnamento degli elementi di grammatica musicale, notazione, respirazione, fonazione... I coristi entrati successivamente hanno avuto questo tipo di preparazione in modo singolo.
Nel coro sono presenti alcuni studenti o diplomati in conservatorio - tra i quali alcuni hanno mosso i primi passi proprio nel coro - che danno man forte, anche nell'insegnare le parti alle singole sezioni.
Un ulteriore aiuto viene dal sito internet (www.corogiovanilediocesanomn.it), dal quale i coristi effettivi possono scaricare gli spartiti e i files didattici delle singole voci per venire preparati alle prove: in questo modo si accelerano i tempi di apprendimento e ci si può concentrare maggiormente sulla concertazione.
Domanda: Ti conosciamo non solo come bravo direttore di coro, ma anche come valente compositore ed elaboratore di musiche altrui: quali sono i tuoi riferimenti musicali per questa attività e, inoltre, riesci sempre a far accogliere benevolmente ciò che scrivi ai cantori?
Risposta: La mia attività di compositore si esplica soprattutto nelle elaborazioni dell'esistente, più che nella creazione di nuovi canti, anche per il poco tempo: scrivo quando serve, come nel caso dei salmi per il nuovo lezionario. Credo nell'integrazione coro-assemblea e ritengo che in questa operazione il primo a fare il passo debba essere il coro, il quale «evangelicamente» deve indossare il grembiule per mettersi al servizio di tutti. Concretamente: scendere al livello dell'assemblea partendo con canti ben conosciuti. Le elaborazioni - a più voci, con strumenti - hanno quindi lo scopo di eseguire un repertorio già consolidato arricchito con nuove sonorità o soluzioni armoniche che danno rinnovato interesse, vigore, luce e smalto.
Per la scrittura, faccio riferimento ai miei studi di contrappunto e di composizione vocale, adattandomi allo stile del repertorio, da quello più osservato a quello più libero - nel caso di canzoni di repertorio giovanile - e meno vincolato alle regole dell'armonia convenzionale che si studia in conservatorio come concatenazioni accordali, condotta delle parti ...
I coristi ormai conoscono il mio stile, giustifico loro le mie scelte compositive. Può capitare di proporre passaggi un po' strani, che non danno molta soddisfazione soprattutto nelle parti interne - tenori e contralti - in fase di apprendimento con la sola sezione interessata. In questi casi... «chiedo la fiducia», nell'attesa di far sentire il pezzo interamente montato.
Domanda: Nelle celebrazioni che animi col coro giovanile fai ricorso oltre all'organo anche ad altri strumenti musicali: come li scegli e come li usi.
Risposta: Da sempre ho una predilezione per gli strumenti a fiato - flauto, oboe, tromba, clarinetto, sax soprano... - e questo interesse mi ha portato anche al diploma in strumentazione per banda. Trovo che i fiati si impastino bene con l'organo, siano molto duttili e, con poco, riescano a caratterizzare timbricamente un brano, rendendolo interessante e vario.
Una tastiera-sintetizzatore inoltre ci permette di aggiungere qualche «effetto speciale», soprattutto nel repertorio giovanile. Non manca qualche strumento a percussione, sempre in relazione allo stile dei canti.
Domanda: Ultima domanda delle "cento pistole": se tu potessi ritornare indietro, accetteresti di nuovo la sfida di diventare il responsabile musicale del coro giovanile diocesano?
Risposta: Certo! Anche se c'è voluto parecchio tempo perché tanto lavoro fosse conosciuto, riconosciuto e apprezzata ... quando le cose non sono fatte dai preti...