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Capodanno in coro a San Pio X
Chiesa affollata e sessantasei voci per intonare insieme gli auguri
Da "Gazzetta di Mantova" del 02/01/2011

Alessandro Meneghello stringe tra le mani uno scaldino, per sciogliere le dita prima di sedere all'organo. Ha lo sguardo mobile, puntato tra i banchi. Saluta senza smettere di osservare, quasi stesse contando la gente. La chiesa è piena, per guadagnare un posto bisogna sgomitare, accontentandosi di restare in piedi. Così a San Pio X si rinnova la tradizione del concerto di Capodanno. Repertorio popolare, sapore di famiglia. Comunitá larga di cui ci si sente subito parte, anche se è la prima volta. Anche solo per il tempo di un concerto, una volta all'anno.

Don Riccardo è contento, sorride e accoglie tutti con un saluto ecumenico, esaltando il «prodigio della musica che fa star bene persone e voci differenti». Il messaggio è incoraggiante: «Anche se siamo in tanti, possiamo andare insieme».

Lasciandosi guidare dalle note di Alessandro Meneghello, che apre il concerto con il ruggito spirituale dell'organo Tamburini (recentemente sistemato), e Franco Capiluppi che, al filicorno, regala un Telemann struggente. Lo stesso preso in prestito da De André per cantare l'amore perduto.

A introdurre i cori è Francesco Meneghello che, a differenza del fratello Alessandro, porta i capelli rasati. Ma l'impronta di famiglia è evidente.
Si concede poche parole, Francesco, visto che il periodo natalizio, denso di concerti e buoni sentimenti, predispone giá all'ascolto. Due parole per raccontare una missione che dura 25 anni, così per il coro di San Pio X, e augurare buona preghiera. Sì, il repertorio rivisita alcuni canti pensati per il rito cristiano di oggi.

I cantanti sfilano uno a uno, prima le donne, vestite di nero con doppio filo di perle al collo, poi gli uomini, in camicia bianca e cravatta rosso vermiglio. Il conto si ferma a sessantasei voci. Accanto a quello di San Pio X ci sono il coro diocesano giovanile e il coro dei santi Pietro e Paolo di Mozzecane. Impossibile distinguere chi appartenga a quale. Anche questo è il prodigio della musica che sfuma le differenze. Per ultimi entrano i dieci strumentisti. Tutti impettiti e concentratissimi.
E alla fine tocca pure al pubblico, diretto con dita sicure da Francesco Meneghello nell'"Adeste fideles". Venite fedeli.